sabato 7 novembre 2015

Il Comitato di Presidenza del CGIE (Consiglio Generale degli Italiani all'Estero)

Comitato di Presidenza

I componenti del Comitato di Presidenza sono eletti dall'Assemblea fra i membri del Consiglio.
Il Comitato di Presidenza si riunisce almeno sei volte all'anno, di cui due volte a margine delle riunioni dell'Assemblea Plenaria.

Il Comitato di Presidenza e' composto:
1.Amaro Andrea: Vice Segretario Generale di Nomina governativa
2.Carozza Elio: Segretario Generale
3.Conte Tommaso: Componente del Comitato di Presidenza per l’Europa e Africa del Nord
4.Di Martino Ugo: Componente del Comitato di Presidenza per l’America Latina
5.Ferretti Gian Luigi: di nomina governativa
6.Losi Lorenzo: Vice Segretario Generale per l’Europa e l’Africa del Nord
7.Mangione Silvana: Vice Segretario Generale per i Paesi Anglofoni
8.Nardelli Francisco: Vice Segretario Generale Paesi America Latina
9.Nardi Dino: Componente del Comitato di Presidenza per l’Europa e l’Africa del Nord
10.Narducci Filomena : Componente del Comitato di Presidenza per l’America Latina
11.Papandrea Francesco: Componente del Comitato di Presidenza per i Paesi Anglofoni
12.Pieroni Claudio: Componente del Comitato di Presidenza per l’America Latina
13.Pinna Riccardo: Componente del Comitato di Presidenza per i Paesi Anglofoni
14.Schiavone Michele: Componente del Comitato di Presidenza per l’Europa e Africa del Nord
15.Sorriso Augusto: Componente del Comitato di Presidenza per i Paesi Anglofoni
16.Volpini Roberto: Componente del Comitato di Presidenza per il Gruppo di Nomina Governativa


Ugo Di Martino, Senador e Ricardo Merlo, Diputado

sabato 10 ottobre 2015

La tipa di Piero Armenti e la "casa del duende" | Militari italiani in Venezuela

Henri Charriere descrive, nel suo libro Papillon, il popolo venezolano come "affascinante e superstizioso". La tipa di Piero non faceva eccezione, anche lei aveva le sue credenze magiche e superstiziose. Una di queste credenze riguardava uno spirito selvatico, una sorta di elfo, chiamato duende.
Con i suoi "hermanitos" si recava regolarmente in una casa abbandonata sul monte Avila, la casa del duende, restandovi alcuni giorni. Da quello che mi diceva, il suo era un modo per ricaricarsi: è risaputo che il contatto con la natura ha effetti benefici sull'organismo, anche se la gente che frequentava aveva lo sballo come massima aspirazione (in particolare lo sballo degli altri).
La prima volta che la ragazza di Piero mi parlò della casa del duende, e della necessità di staccare da Caracas, ci stavamo frequentando da poco. Ci saremmo separati per qualche giorno perché per lei quello spazio era importante. Mi aveva anche  tranquillizzato: gli "hermanitos" la rispettavano; ma la situazione nel complesso non mi piaceva. E non per me, ma per lei.
Col tempo ho capito che quei personaggi poco credibili certamente la rispettavano, quando era sobria e cosciente. Ma non c'è dubbio che quelle riunioni in luoghi appartati avessero una finalità puramente manipolatoria nei suoi confronti. 

Quando la gorda ritornò a Caracas, notai che aveva una cicatrice su un gluteo. Alla domanda su cosa le fosse accaduto mi rispose che non se lo ricordava. La mia esperienza mi diceva che quella ferita se l'era procurata cadendo sull'estremità di un ramo. Dal tipo di taglio capivo che la tipa di Piero non aveva i pantaloni quando se l'era procurata. Il fatto che lei non ricordasse come se l'era procurata e, in modo piuttosto incosciente, non desse importanza a quell'evento, non mi rendevano più tranquillo, al contrario.

In seguito venni a conoscenza del fatto che alcuni "hermanitos" erano figli casuali di militari italiani (della Marina Militare, se ben ricordo), di padri che non avevano mai conosciuto. Altri hermanitos avevano origine europea (Spagna).  Il cerchio si stava chiudendo... 
In effetti avrei potuto anche arrivarci da solo: costoro esibivano fisionomie piuttosto familiari rispetto alla tipologia venezuelana; il fatto che fossero dei figli di puttana lo avevo capito da tempo, restava solo da stabilire fino a che punto...

Faces, olio su cartone - Gianluca Salvati 1997