Nell'agosto del 2008 ritornai in Venezuela per riscuotere il meritato assegno estorto a quei papponi escualidos dell'associazione delinquenziale “Agustin Codazzi”. In quel periodo c'erano a Caracas diversi conoscenti, Piero Armenti,
per esempio, che non mi è capitato di rivedere, neanche per sbaglio...
In compenso ho potuto rivedere e riabbracciare la sua ex ragazza. Piero
Armenti le stava facendo credere che voleva stabilirsi in Venezuela,
mentre, proprio in quei giorni avevo avuto conferma del fatto che, di lì
a poco, sarebbe andato via dal Venezuela. Definitivamente.
Delle persone conosciute negli anni 2004-2006 a Caracas, ho incontrato Antonio Nazzaro, ex impiegato al Centro Italiano di Cultura, che in quel momento si barcamenava in alcuni non meglio precisati progetti pseudoculturali.
Non sono riuscito a capire di cosa si occupasse Antonio Nazzaro né,
principalmente, come. Ma, guardando le sue produzioni video, direi che
lo scopo delle sue creazioni non fosse chiaro neanche a lui stesso.
In compagnia di Nazzaro, c'erano alcune persone brillanti come Andrea Dorado e Kyong Mazzaro.
In compagnia di Nazzaro, c'erano alcune persone brillanti come Andrea Dorado e Kyong Mazzaro.
Andrea Dorado era l'“animatore culturale” dell'esclusivo club per aspiranti artisti
“Antonio Nazzaro & company”. Un giorno ho visto Andrea Dorado
scansionare alcune pagine da un libro per poi caricarle su un blog,
pubblicandole seduta stante. Al momento non ho capito il senso di
quell'operazione. Aveva scelto una pagina e via: scansione e
pubblicazione. Senza alcun lavoro di rifinitura o di adeguamento ad
immagini presenti o ad altri testi. Un'altra volta, in un momento di finto cameratismo,
Andrea Dorado mi confessò di essere stato un ex squatter, ovvero quel
tipo di giovani, per lo più di sinistra che occupano locali e case
sfitte. L'affermazione mi lasciò perplesso: apparteneva a quel genere di
confidenze non richieste che stonavano, e non poco, col marchio di
fabbrica di chi le pronunciava... Si, perché il colore di Andrea Dorado
virava decisamente al nero seppia (quel fascistello).
Lotta di cani (Kyong Mazzaro), olio su tela 1999 - Gianluca Salvati |
La giovane e brillante Kyong Mazzaro,
mezza coreana e mezza italiana, restava la più enigmatica, forse per
l'aspetto esotico, o più semplicemente, per l'estrazione familiare,
ovvero quella sorta di imprinting dovuto all'ambiente di
provenienza: costei si muoveva con la fissità e la calma vigile di un
rettile. Al momento la Kyong Mazzaro si dava ai blog, almeno questa era
la spiegazione che dava alla sua presenza. In realtà di lì a poco si è
data alla carriera universitaria, dalla Sapienza di Roma alla Columbia
University negli states.
Grazie a Kyong Mazzaro ho capito perché certe categorie di persone godono di privilegi sproporzionati alle loro mansioni, si pensi, ad esempio, alle baronie accademiche in Italia.
Grazie a Kyong Mazzaro ho capito perché certe categorie di persone godono di privilegi sproporzionati alle loro mansioni, si pensi, ad esempio, alle baronie accademiche in Italia.
Lì in mezzo, tra quella gente brillante non c'era neanche un microgrammo d'arte. Neanche per sbaglio.
Era tutto una totale fiction. Tutto un fottuto bluff. Uno specchietto per allodole. Io ero un tordo capitato lì per caso, ma poi neanche tanto per caso: non era un caso che fossi finito lì a Caracas nel 2004, anzi... Col senno di poi, direi che la cosa fosse stata preparata con largo anticipo...
Era tutto una totale fiction. Tutto un fottuto bluff. Uno specchietto per allodole. Io ero un tordo capitato lì per caso, ma poi neanche tanto per caso: non era un caso che fossi finito lì a Caracas nel 2004, anzi... Col senno di poi, direi che la cosa fosse stata preparata con largo anticipo...
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